I benzinai confermano lo sciopero del 25 e 26 gennaio. Contestano il decreto “trasparenza” perché considerato restrittivo per i gestori delle stazioni di rifornimento dei carburanti. In effetti le misure assunte dal Governo, per contrastare il fenomeno della speculazione, anziché intervenire su uno scenario di più alto livello finanziario, sulla macro-distribuzione, depositi costieri, scambi internazionali, valori dell’extra rete che hanno inciso in modo disastroso sui bilanci delle imprese di autotrasporto, puntano principalmente sull’ultimo anello della catena. Ed è paradossale: si puniscono i distributori di carburante perché provano a guadagnare lo zero virgola qualcosa in più, e si fa poco sui “mandanti”, di chi effettivamente controlla e alimenta le bolle finanziarie e speculative.

Come al solito si tende ad intervenire sugli anelli più deboli della filiera senza neanche provare ad immaginare come, in che modo, e con quali strumenti normativi ed operativi uno Stato potrebbe essere efficace, difendere i suoi cittadini, condizionare o addirittura evitare che possano generarsi differenze così esasperate fra costo industriale/commerciale fra Paesi confinanti, come quelle (a titolo di esempio) di oltre 40 centesimi/litro fra l’Italia e la Slovenia.

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