E’ stata diffusa la notizia di un accordo fra autoscuole, costruttori di veicoli industriali e associazioni delle imprese di autotrasporto, finalizzato ad incentivare 1000 giovani da impiegare nella conduzione di veicoli industriali. L’operazione è senz’altro significativa sul versante sia sociale sia professionale.
Ma lo strumento utilizzato è l’Albo degli Autotrasportatori.
Mi domando cosa c’entri l’Albo delle imprese di autotrasporto le quali, a prescindere dall’adesione associativa dei firmatari o meno dell’accordo, deve impiegare personale e risorse per rispondere ad una volontà di parti “private” per compiere una iniziativa, ancorché meritevole, che nulla, o poco, ha a che vedere con gli scopi statuiti dell’Ente ma, ancor meno, con i versamenti delle quote cui sono obbligate tutte le imprese.
Se l’impressione è confermata non mi sembra sia un’operazione eticamente e, forse, anche giuridicamente corretta. L’Albo, al massimo, potrebbe e dovrebbe intervenire a favore dei conducenti delle imprese iscritte.
Fare regalie con i soldi degli altri è uno sport nazionale che prima o poi dovrà terminare. O forse l’Albo, finalmente, immagina di trovarsi a fine corsa, ed i “mille” giovani volontari saranno utili, come accadde nella spedizione del 1860, ad avviare un virtuoso percorso di chiusura.