A seguito della vertenza nazionale e la firma del protocollo d’intesa tra Associazioni dell’autotrasporto e la Vice Ministra, Teresa Bellanova, (sulla quale Trasportounito ancora non ha sciolto la riserva in attesa che tutti gli impegni assunti trovino attuazione), sono state approvate, dal Consiglio dei Ministri, solo alcune delle modifiche normative oggetto di discussione e peraltro non conformi a quanto si era stabilito.

In particolare nel decreto legge n. 21/2022, che dovrà essere convertito in legge nei 60 giorni dalla pubblicazione, si prevedono sostanzialmente due interventi normativi:

– il primo prevede che la “clausola del gasolio” deve essere compresa fra gli elementi essenziali del contratto in forma scritta. In assenza di tale clausola il contratto sarà considerato in forma non scritta;

– il secondo intervento prevede che ai trasporti effettuati in assenza di contratti in forma scritta è obbligatorio il rispetto dei valori indicativi dei costi di esercizio pubblicati e aggiornati ogni 3 mesi dal Ministero delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili.

Entrambe le disposizioni, così come sono state integrate nel decreto legislativo 286/05, sono facilmente aggirabili da parte dei committenti ed oltretutto, come gran parte delle norme speciali che dovrebbero essere a favore delle imprese di autotrasporto, non contengono né controlli (magari a campione) né sanzioni.

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