Con il rialzo dei prezzi del carburante il Governo ha adottato il provvedimento (D.L. n. 5 del 14 gennaio 2023) che mira a sostenere i lavoratori dipendenti, soggetti agli aumenti del costo dei carburanti, ed a rafforzare la trasparenza e il controllo delle dinamiche di mercato con l’auspicio di evitare o attenuare le speculazioni.

Infatti per quanto riguarda le reti di distribuzione dei carburanti per autotrazione, è stato disposto l’obbligo di esporre, entro il 29 gennaio, oltre al relativo prezzo di vendita praticato, anche il prezzo medio nazionale pubblicato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (sanzione pecuniaria tra i 500 e i 6.000 euro; con più di 3 violazioni è disposta la sospensione tra i 7 e i 90 dell’attività). Inoltre, per aumentare la capacità di sorveglianza sui prezzi e definire eventuali interventi urgenti è istituita una “Commissione di allerta rapida”. Meno convincente è invece l’orientamento finalizzato a garantire la “collaborazione” tra Garante dei prezzi, Autorità della Concorrenza e del Mercato e Guardia di Finanza.

Poco credibile è invece la disposizione per la quale un eventuale aumento del prezzo del greggio, e quindi del relativo incremento del gettito fiscale incassato dallo Stato, produrrà in automatico o quasi una riduzione dell’aliquota accisa.

Si evidenzia infine l’utilità, per il 2023, dell’esclusione dal computo del reddito imponibile e contributivo del lavoratore, l’acquisto del carburante fino al limite di 200 euro, con i relativi costi di acquisto che sono interamente deducibili dal reddito di impresa.

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