Se l’offerta di ArcelorMittal, che nello scorso anno batté sia la cordata di Stato sia i privati, fosse stata valutata con maggiore attenzione nei contenuti strutturali e organizzativi, nonché nella tenuta contrattuale;
Se non fosse stato tolto lo scudo penale;
Se fosse stato pensato, nel frattempo, un piano di prospettiva per i posti di lavoro di cui se ne conosceva l’esubero (in barba al reddito di cittadinanza);
Se non ci fossero le regole imprenditoriali che cambiano ogni tre per due;
Se non ci fosse la cultura di chi sostiene che “è sempre colpa di altri”;
Se fossimo in un Paese normale, avremmo ancora il controllo di una parte della filiera dell’acciaio.